In questi giorni sono stato particolarmente occupato e non ho potuto inserire, come mi ero ripromesso, la quotidiana poesia; Ma oggi, in un breve momento di svago, girando su YouTube, mi sono imbattuto in una canzone presentata al Sanremo del 1983 cantata da Sibyl Mostert, meglio conosciuta con il nome di Sibilla. La canzone fu scritta e prodotta dal duo Battiato e Giusto Pio, avendo però uno scarso successo, in parte per la deludente performance a sanremo (causata da un problema tecnico). Sia per il testo che per la musica si sente inequivocabilmente la mano di Battiato, particolarmente nel ritornello, in cui ritroviamo un verso tratto da un canto popolare ebraico "Hava Nageela". La frase in questione "Uru belev sameach" si traduce "Svegliatevi col cuore allegro".
Di seguito riporto il testo integrale della canzone:Fuochi accesi negli accampamenti nomadi
e fumatori d'oppio dall'oriente sui tappeti
le visioni riempiranno le mie mani vuote
Cartagine era bella in mezzo ai melograni
è vero do i numeri dividili con me
ho perso la testa ma sto bene anche senza
Uru Belev Sammea Uru Belev Sammea Uru Belev Sammea
Uru Belev Sammea Uru Belev Sammea Uru Belev Sammea
Scivolando sulle soglie di nuovi amori
con misteriosi nomadi per misteriose mete
giochi di prestigio con i fili del destino
a quel tempo l'oppio ci costava meno d'una birra
è vero do i numeri dividili con me
ho perso la testa ma sto bene anche senza
Uru Belev Sammea Uru Belev Sammea Uru Belev Sammea
Uru Belev Sammea Uru Belev Sammea Uru Belev Sammea
L'equilibrio di quel tè alla menta alla Medina
e i passi nelle dune fanno l'eco all'universo
eravamo ancora dilettante di delitti
Cartagine era bella in mezzo ai melograni
Uru Belev Sammea Uru Belev Sammea Uru Belev Sammea
Uru Belev Sammea Uru Belev Sammea Uru Belev Sammea
Uru Belev Sammea Uru Belev Sammea Uru Belev Sammea
e fumatori d'oppio dall'oriente sui tappeti
le visioni riempiranno le mie mani vuote
Cartagine era bella in mezzo ai melograni
è vero do i numeri dividili con me
ho perso la testa ma sto bene anche senza
Uru Belev Sammea Uru Belev Sammea Uru Belev Sammea
Uru Belev Sammea Uru Belev Sammea Uru Belev Sammea
Scivolando sulle soglie di nuovi amori
con misteriosi nomadi per misteriose mete
giochi di prestigio con i fili del destino
a quel tempo l'oppio ci costava meno d'una birra
è vero do i numeri dividili con me
ho perso la testa ma sto bene anche senza
Uru Belev Sammea Uru Belev Sammea Uru Belev Sammea
Uru Belev Sammea Uru Belev Sammea Uru Belev Sammea
L'equilibrio di quel tè alla menta alla Medina
e i passi nelle dune fanno l'eco all'universo
eravamo ancora dilettante di delitti
Cartagine era bella in mezzo ai melograni
Uru Belev Sammea Uru Belev Sammea Uru Belev Sammea
Uru Belev Sammea Uru Belev Sammea Uru Belev Sammea
Uru Belev Sammea Uru Belev Sammea Uru Belev Sammea
1 commenti:
complimenti per il blog. anche noi siamo di poesia appassionati. cercaci su www.poesiainazione.it
ciao!
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