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lunedì 30 novembre 2009

Angeli di Desolazione


Io do credito a Budda, il quale disse che ciò che aveva detto non era né vero né falso, e questa è l'unica vera o l'unica cosa buona che abbia mai sentito e che fa suonare una campana di nuvole, un potente gong ultraterreno-"Il tuo viaggio è stato lungo," egli disse "interminabile, sei venuto in questa goccia di pioggia chiamata la tua vita, e chiamala tua-ci siamo proposti che tu faccia voto di essere risvegliato-anche se in un milione di vite ingnorerai questa Reale Intenzione, è pur sempre una goccia di pioggianel mare e chi ne è turbato e il tempo cos'è-? Questo Vivido Oceano di Infinito trasporta lontano molti pesci, che vanno e vengono come gli scintillii del tuo lago, bada, ma ora tuffati nel bianco fulgore rettangolare di questo pensiero: Tu sei stato destinato al risveglio, questa è l'eternità dorata, conoscenza che non ti apporterà alcun beneficio terreno poichè la terra non è essenza, un mito di cristallo-affronta la verità dell'A-H(1), risvegliatore, che tu non venga schiacciato dall'inganno del caldo o del freddo, dagli agi o disagi, possa tu essere accorto, o falena, dell'eternità-possa tu essere onorevole, ragazzo, signore, di una varietà sconfinata-possa tu essere uno di noi, Grandi Conoscitori Senza Conoscenza, Grandi Amatori Aldilà dell'Amore, intere moltitudine e innumerevoli angeli dorati di immagine e desideri, sovrannaturali veicoli di calore-ci scaldiamo per tenerti sveglio-apri le braccia abbraccia il mondo, abbraccialo e dentro ci buttiamo noi, deporremo un argenteo marchio incrociato di mani dorate sulla tua lattea fronte ricurva, potere, per farti congelare d'amore in eterno- Credi! e vivrai in eterno- Credi, che hai vissuto in eterno- Governa le prigioni e le penitenze di vite grame isolate sofferenti sulla terra, nella vita c'è ben altro che la terra, c'è Luce Dovunque, guarda-"
In queste strane parole che odo ogni notte, in molte altre parole, varietà e trame di discorso che affluiscono da quella dovizia eternamente solerte-
Ti do la mia parola, qualcosa ne verrà fuori, e porterà il volto di un dolce nulla, come foglia fluttuante- Forti guidatori di zattere dal collo taurino color oro porpora e giubetti di seta ci trasporteranno intrasportati a non traversare traversabili vuoti inattraversabili verso la luce dell'universo, dove Ragamita il pesante occhio dorato si apre a sostenere lo sguardo- Topi spauriti nella notte montana con zampette di ghiaccio e diamanti, ma ancora non è venuta l'ora per me (eroe mortale) di sapere ciò che so di sapere, perciò venite pure

Parole...
Son parole le stelle...
Chi ha vinto? Chi ha perso?


Eccomi qua, e appena
Arrivo alla Terza e
Alla Townsend,
Mi prenderò io
lo Spettro di Mezzanotte-
Giù correremo
fino a San Jose
Più svelti d'una tua spacconata-
- Ah ha, Spettro
spettro di Mezzanotte,
Il vecchio Treno corre
sulle rotaie-
Ah ha, Spettro
spettro di Mezzanotte
Via
fileremo
sulle
rotaie
Come il fulmine
Arriveremo
a Watson-ville,
e via di schianto
sulle rotaie-
Salinas Valley
a notte fonda,
e via per Apaline-
Uuuh iih
Spettro di Mezzanotte
Fino alla Gobba d'Obispo
- Prendi un aiuto
e fà quella montagna,
poi vieni giù in città,
- Via viaggeremo
per Surf e Tangeri
e giù lungo il mare-
La luna lei risplende
il mar di mezzanotte
via sulle rotaie-
Gavioty, Gavioty,
Oh Gavi-oty,
Tra canti e bere vino-
Camarilla, Camarilla,
Dove impazzì
Charley Parker
Fileremo per Los. An.
- Oh Spettro
spettro
spettro di mezzanotte.
sulle rotaie noi fileremo.
Santa Teresa
Santa Teresa, non ti crucciare,
In tempo arriveremo
su quel binario
di mezzanotte

Ecco come m'immagino di fare la San Francisco-Los. An., in 12 ore, viaggiando sullo Spettro di Mezzanotte, sotto un pianale sussultante, la Freccia treno merci di Prima Classe, zum, zam, via veloci, sacco a pelo e vino-un sogno ad occhi aperti in forma di canzone.

(1) All Hell?

tratto dal romanzo
Angeli di Desolazione di Jack Kerouac, Oscar Mondadori, pp. 56-57

domenica 29 novembre 2009

Biglietto di Viaggio


Quando sarò ucciso, uno di questi giorni

l'assassino troverà nella mia tasca i biglietti di viaggio

uno verso la pace

uno per i campi di pioggia

uno

verso la conoscenza dell'umanità

(ti prego non sprecare i biglietti mio caro assassino
ti prego di partire...)

sabato 28 novembre 2009

Quando la notte vado sola al mio appuntamento


Quando la notte vado sola al mio appuntamento d'amore,
gli uccelli non cantano, il vento non soffia, le case
ai lati della strada sono silenziose.
Solo i miei bracciali tintinnano ad ogni passo
ed io me ne vergogno.
Quando siedo al balcone e ascolto giungere
i suoi passi, non c'è stormire di foglie sui rami,
l'acqua del fiume è ferma come la spada
sulle ginocchia d'una sentinella addormentata.
Solo il mio cuore batte con violenza
ed io non so come tranquillizzarlo.
Quando il mio amore arriva e siede vicino a me,
quando il mio corpo freme e le mie palpebre s'abbassano,
la notte s'oscura, il vento spegne le lampada
e le nuvole velano le stelle.
E' allora che il gioiello sul mio seno scintilla,
ed io non so come nasconderlo.

venerdì 27 novembre 2009

La Bambina Di Hiroshima


“Apritemi sono io…
busso alla porta di tutte le scale
ma nessuno mi vede
perché i bambini morti nessuno riesce a vederli.

Sono di Hiroshima e là sono morta
tanti anni fa. Tanti anni passeranno.

Ne avevo sette, allora: anche adesso ne ho sette perché i bambini morti non
diventano grandi.

Avevo dei lucidi capelli, il fuoco li ha strinati,
avevo dei begli occhi limpidi, il fuoco li ha fatti di vetro.

Un pugno di cenere, quella sono io
poi il vento ha disperso anche la cenere.

Apritemi; vi prego non per me
perché a me non occorre né il pane né il riso:
non chiedo neanche lo zucchero, io:
a un bambino bruciato come una foglia secca non serve.

Per piacere mettete una firma,
per favore, uomini di tutta la terra
firmate, vi prego, perché il fuoco non bruci i bambini
e possano sempre mangiare lo zucchero.”

Nazim Hikmet

giovedì 26 novembre 2009

Malinconia


Goccie di pioggia rigano i vetri
lacrime rigano un volto
triste, dimenticato.
La pioggia continua a cadere
battendo tic tic
come un orologio un tempo
di malinconia


mercoledì 25 novembre 2009

Carpe Diem - Cogli L'Attimo


Non chiedere anche tu agli dei
il mio e il tuo destino, Leucònoe:
non è lecito saperlo,
come indagare un senso
fra gli astri di Caldea.
Credimi, è meglio rassegnarsi,
se Giove ci concede molti inverni
o l'ultimo sia questo
che ora infrange le onde del Tirreno
contro l'argine delle scogliere.
Pensaci: bevi un pò di vino
e per il breve arco della vita
tronca ogni lunga speranza.
Mentre parliamo, con astio
il tempo se n'è già fuggito.
Goditi il presente
e non credere al futuro.

Quinto Orazio Flacco

lunedì 23 novembre 2009

La Pioggia è il tuo vestito


La pioggia è il tuo vestito.
Il fango è le tue scarpe.
La tua pezzuola è il vento.
Ma il Sole è il tuo sorriso e la tua bocca
e la notte dei fieni i tuoi capelli.
Ma il tuo sorriso e la tua calda pelle
è il fuoco della terra e delle stelle.

Corrado Govoni

domenica 22 novembre 2009

L'Osteria


L'oste che
ti presenta il conto
obbligandoti a fare i conti
facendoti guardare intorno
solo allora
ti rendi conto che
non hai preso niente.
Ti sono passate accanto
le più belle pietanze
senza assaggiare nulla.


sabato 21 novembre 2009

Il Poeta


Il presentimento del verso
per un vero poeta
e il sentimento di un peccato passato.

Che fa se quel peccato non è il suo?
Egli se ne sente colpevole,
talmente col genere umano
è legato dalla coscienza ombelicale.

Fuori di sé, egli corre per il mondo,
spinto da gloria e da entusiamo,
sempre riconoscendosi colpevole,
ma con la testa alta.

Le perdite della pace e della guerra,
come pure ogni ramo spezzato,
crescono in lui come una colpa,
la sua, non quella del suo secolo.

La vita gli è terribile,
perchè tanto piena di peccato.
Ogni donna è una colpa,
un dono senza possibilità di scambio.

La vergogna in eterno muove il poeta,
lasciandolo nell'immensità,
ed egli lastrica di ossa i ponti,
pagando l'impagabile.

Ma là, là, alla fine della strada
che esiste e che non si può evitare,
egli dirà: "Signore, perdono...".
pur senza speranza.

E lo spirito lascerà la carne,
scendendo all'inferno, non allettato dal paradiso,
perdonato dal Signore,
ma non da se stesso.

Evgenij Aleksandrovic Evtusenko


venerdì 20 novembre 2009

Passato


I ricordi, queste ombre troppo lunghe
del nostro breve corpo,
questro strascico di morte
che noi lasciamo vivendo,
i lugubri e durevoli ricordi,
eccoli già apparire:
melanconici e muti
fantasmi agitati da un vento funebre.
E tu non sei più che un ricordo.
Sei trapassata nella mia memoria.
Ora sì, posso dire
che m'appartieni
e qualche cosa fra di noi è accaduto
irrevocabilmente.
Tutto finì, così rapido!
Precipitoso e lieve
il tempo ci raggiunse.
Di fuggevoli istanti ordì una storia
ben chiusa e triste.
Dovevamo saperlo che l'amore
brucia la vita e fa volare il tempo.

Vincenzo Cardarelli

giovedì 19 novembre 2009

A cosa serve Hemingway se esiste la sedia elettrica?



A cosa serve Hemingway se esiste la sedia elettrica?
Francesco, io mi sto avvicinando ai trent'anni
E non sono morto come romanticamente desideravo
E sono contento di arrivare a trent'anni.
Perché scopro che l'uomo è la vittoria della vita.
Così saluto ogni bambino nato da ogni madre
Perchè ciascun bambino è il secondo a venire, sì!
Benvenuta età nuova! Spazio nuovo! Qualsiasi cosa nuova!

Gregory Corso

mercoledì 18 novembre 2009

'E Rimpetto


L'ato iuorno c' 'o sciato facette
d' 'a fenesta na lastra appannà;
e c' 'a ponta d' 'o dito screvette:
"Ah, che bene ve voglio, 'onn'Amà!"

Doppo scritto, 'onn 'Amà, v'assicuro,
mme sentette 'int' 'e gamme chià,
e appuiato restaie nfaccia o muro,
senza manco curaggio 'e parlà...

Quanno maie mm'era tanto azzardato?
Quanno maie mm'era ardito accusì?
Si cu vuie scurnuso c'è stato,
mo nce vo', stu scurnuso songo i'.

Tutto nzieme nu zumpo facette...
Me parette, v' 'o giuro, 'e murì!...
Tu... scrivive!... E, tremmanno, io liggette
ncopp' 'a lastra: "E pur'io, donn'Errì!..."

Salvatore Di Giacomo

L'altro giorno col fiato feci/ appannare il vetro di una finestra/ e col la punta del dito scrissi/ "quanto bene vi voglio, signora Amalia"/ Dopo che ebbi scritto, signora Amalia, credetemi/ ero talmente sorpreso di ciò che avevo fatto che quasi svenivo/ e mi appoggiai ad un muro per rimanere in piedi/ ed il coraggio per dire qualcosa non l'avevo/ Quando prima d'allora avevo rischiato in questo modo?/Quando prima d'allora fui così coraggioso?/ Se fra di noi c'è mai stata timidezza/ siate sicura che fu solo da parte mia/ Di colpo mi ripresi/ Ed ebbi, ve lo posso giurare, l'impressione di morire/ Tu scrivesti ed io tremando lessi/ sulla superficie del vetro "Anch'io, signor Enrico"

martedì 17 novembre 2009

Ahimè! Ahi Vita!



Ahimè! Ahi Vita! Domande come queste mi perseguono,
d'infiniti cortei d'infedeli, città gremite di stolti,
io che sempre rimprovero me stesso, (perchè chi più stolto di me, chi di me più infedele?)
D'occhi che invano anelano la luce, scopi meschini, lotta rinnovata ognora,
degli infelici risultati di tutto, le sordide folle anfananti, che in giro mi vedo,
degli anni e vacui degli altri, e io che m'intreccio con gli altri,
la domanda, ahimè, che così triste mi persegue, - che v'è di buono in tutto questo, o Vita, ahimè?

RISPOSTA

Che tu sei qui - che esistono la vita e l'individuo,
che il possente spettacolo continua, e che tu puoi contribuirvi con un verso.

Walt Whitman

La poesia si è estinta

Nell'arco della storia gli esseri umani hanno posto, con le loro azioni e con le loro scelte, le basi per la costruzione del mondo in cui oggi ci troviamo a vivere e che ci ostiniamo a chiamare "civiltà". In questa "civiltà" vivono milioni di esseri umani a cui è stata sottratta la propria anima: oggi la nostra vita, nonostante i molteplici progressi sia scientifici che tecnologici, non si è, per nulla, semplificata, anzi se ciò è possibile si è addirittura complicata; chi più e chi meno è impegnato fin dalle prime ore del suo risveglio in qualcosa che può essere la scuola o il lavoro o il semplice divertimento (difatti anche esso ci viene imposto, senza rendercene conto, come qualcosa di necessario e quasi di obbligatorio), tutti i nostri giorni trascorrono nella più totale frenesia, e nella disperata ricerca di cose che sono del tutto inutili. Senza rendercene conto siamo diventati schiavi di questa quotidianeità, che da tempo ci impedisce di pensare, di riflettere, e di nutrire la nostra anima; questa pseudo civiltà ci ha sottratto noi stessi. Oramai viviamo solo per cose inutili ed insignificati e nessuno, o una parte, di noi non sa più godere delle cose semplici: chi di noi può dire di poter trascorrere, non tutto il giorno, ma almeno qualche minuto ad osservare il mare, a contemplare il cielo, a giocare con un bambino, o semplicemente distendersi a contare il trascorre del tempo?
Oggi non c'è più tempo per nulla, tantomeno c'è ne per la poesia; ed è per questo che affermo che la poesia si è estinta, è morta nelle nostre anime, vivendo solo nei cuori di quei pochi che ancora la amano e la sanno apprezzare. Spetta proprio a queste persone riesumarla dai sepolcri dell'animo umano e quest'obiettivo io qui mi propongo di realizzare con chiunque vorrà aiutarmi.

Voglio che questo blog divenga un oasi nel deserto, che chiunque consideri queste pagine come un luogo in cui perdersi e dimenticare ogni cosa. Un ritrovo per tutti coloro che, nonostante gli affanni di una vita frenetica, vogliano, anche solo per pochi minuti, abbandonarsi tra il tenero abbraccio di un verso.

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