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martedì 29 dicembre 2009

Elegia per Neal Cassady


Ok Neal Spirito etereo

lucente come l'aria che muove

azzurro come alba di città

felice come luce emanato dal Giorno sulle nuove case della città

Giganteschi mattoni Maya sorgono ricostruiti

nel Lower East Side

finestre splendono nello smog latteo.

Apparenza non necessaria adesso.

Peter (dorme solo nella stanza accanto, triste. Sei reincarnato? Puoi udirmi parlare?

Se mai alcuno ha avuto la forza di udire l'invisibile, E guidare attraverso il Muro del Maya

eri tu ad averla

Che cosa sei adesso, Spirito?

eri spirito nel corpo

corpo è cremato

accanto alle rotaie Ferroviarie

Deserto San Miguel Allende,

fuori città,

Spirito diventato spirito,

o robot ridotto in Ceneri.

Tenero Spirito, grazie per avermi toccato con tenere mani Quando eri giovane, in un bellissimo corpo,

Un tocco così puro era Speranza al di là di carne-Maya, ciò che sei adesso,

impersonale, tenero

mi mostrasti i tuoi muscoli/calore/oltre vent'anni fa quando giacevo tremante sul tuo petto

mettevi il tuo braccio al mio collo,

- Stavamo insieme in una stanza nuda nella 103esima Strada Ascoltando una Radio di legno,

con gli occhi chiusi

rosso Eterno di Shabda

lampeggiava nei nostri cervelli al Sassofono di Illinois Jacquet fremente,

Cornetta profetica di Louis Jordan,

Honeydrippers Open The Door Richard all'Apocalisse di Cristo

Le case sono senza sostanza

Questa è la mia Visione di New York

fuori degli uffici appartamenti a est dove il telefono suonò ieri notte

e una cordiale voce sconosciuta di Denver mi chiese, avevo avuto la notizia dall'Ovest?

Un arresto in massa, Eugene Oregon o Hollywood Incombe ebbi un presentimento.

"No" dissi" sono stato Stato via tutta la settimana," "non hai avuto la notizia dall'Ovest,

Neal Cassady è morto"

Oh! voce di colomba di Peter sull'altra linea, in ascolto.

La tua fotografia fissa allegra, drammatica, tesa,

una candela brucia,

verde bastone di incenso degli dei della casa. La Tirannia Militare raggiunge le Università, la tua Profezia

avvicinando il suo senso pia gentile ci conduce

Giù

al risveglio del Grande Anno.

Kesey è nell'Oregon a scrivere linguaggio di romanzo

fattoria di famiglia solo.

Non avevi altro da fare? Avevi fatto tutto il tuo lavoro? Avevi visto il tuo primo figlio?

Perchè ci hai lasciati tutti qui?

E stata vinta la battaglia?

Sono uno scheletro fantasma con denti, cranio

posato su un cuscino

a invocare il tuo spirito coscienza eco di Dio, mormorando

triste a me stesso.

Lamento all'alba non necessario,

il mondo è liberato, desiderio esaudito, la tua storia finita,

storia narrata, Karma risolto, preghiere compiute

visione manifesta, nuova consapevolezza esaudita, spirito ritornato in un circolo,

mondo lasciato vuoto, autobus rombanti lungo le strade

immodizia sparsa a profusione nelle strade

Splendore solidificato, destino di fantasma-familiare

ritornato all'alba-Auto,

il tuo destino caduto sulle rotaie ferroviarie

il mio corpo respira leggero,

giaccio solo,

vivendo

Dopo amicizia svanita dalle forme carnali

pesante felicità è sospesa nel cuore,

potrei parlarti per Sempre,

Il piacere inesauribile, discorso di spirito a spirito,

O Spirito.

Signore Spirito, perdona i miei peccati,

Signore spiriro ridammi la tua benedizione,

Signore spirito perdona le richieste del mio corpo fantasma,

Signore spirito grazie per la tua passata bontà,..

Signore spirito in Cielo, Che differenza faceva la tua forma mortale, Che cosa oltre questa grande mostra di Spazio? Rapide passioni di generazioni di

Domanda? Angosciose guidate notturne nel Texas?

bus psichedelico egira chiacchiere

Poesie di automobile verde, strade ispirate?

Triste, Jack a Lowell vide più di tutti il fantasma

Più solo di tutti, tranne il tuo nobile Io.

Signore Spirito, sono sospinto solo:

Oh sospiro profondo.

10 Febbraio 1968

sabato 26 dicembre 2009

Ballo in Fa Diesis Minore



Quest'oggi (anzi, data l'ora, sarebbe più corretto dire questa notte) vi propongo un bellissimo brano di un grande artista italiano: Angelo Branduardi. La canzone in questione "Ballo in Fa Diesis Minore" apre l'album "La Pulce D'Acqua" (1977).
"Ballo in Fa Diesis Minore" riprende un tema del compositore Giorgio Mainerio dal titolo Schiarazula Marazula, del XVI secolo. Il testo, che, come mio solito, riporto a fondo pagina, è stato scritto a quattro mani con Luisa Zappa (moglie del Branduardi).
Buon Ascolto!


Sono io la morte e porto corona,
io son di tutti voi signora e padrona
e così sono crudele, così forte sono e dura
che non mi fermeranno le tue mura.

Sono io la morte e porto corona,
io son di tutti voi signora e padrona
e davanti alla mia falce il capo tu dovrai chinare
e dell’oscura morte al passo andare.

Sei l’ospite d’onore del ballo che per te suoniamo,
posa la falce e danza tondo a tondo:
il giro di una danza e poi un altro ancora
e tu del tempo non sei più signora


venerdì 25 dicembre 2009

Natale


Non ho voglia
di tuffarmi
in un gomitolo
di strade

Ho tanta
stanchezza
sulle spalle

Lasciatemi così
come una
cosa
posata
in un
angolo
e dimenticata

Qui
non si sente
altro
che il caldo buono

Sto
con le quattro
capriole
di fumo
del focolare

Giuseppe Ungaretti

mercoledì 23 dicembre 2009

Mother



Oggi vi propongo un brano tratto dal concept-album The Wall (1979) dei Pink Floyd: Mother.
The Wall, nonostante le delusione che suscito nei fans e la critica di epilogo del gruppo, ebbe un notevole successo affermandosi come una delle pietre miliari della musica rock e piazzandosi all'87° posto nella Lista dei 500 migliori album secondo la rivista "Rolling Stone".

L'album narra la storia di Pink ( in parte ispirata alla vita di Roger Waters e con qualche accenno alla vita del leader storico del gruppo: Syd Barrett), che, a causa di una vita difficile e costellata da alcuni avvenimenti tragici (come la morte del padre in guerra mentre lui era ancora in fasce) finisce per chiudersi in se stesso, e aiutato anche dalla maniacale protezione della madre, ad erigere un muro psicologico tra lui e il mondo, per protegersi da esso. Ma col trascorre del tempo quel muro finisce per soffocarlo, gettandolo infine nella pazzia.

Mother, la canzone che avete ascoltato o che ascolterete, è la sesta traccia del primo Cd che compone l'album. Il questa canzone, di cui vi propongo la versione del film omonimo, dai toni pacati quasi a ricordare una dolce ninna nanna, assistiamo al dialogo fra Pink (Roger Waters) e sua madre (David Gilmour): la madre una donna iperprottetiva che per difendere il figlio dalla crudeltà del mondo lo aiuta “costruire il muro”. Inoltre si avverte che la madre di Pink non vuole allontanarsi dal figlio per non rischiare di perderlo come a suo tempo perse il marito.

Anche se nel video sono presenti i sottotitoli inserisco ugualmente la traduzione integrale del testo:

Madre, pensi che lanceranno la bomba?
Madre, pensi che gradiranno questa canzone?
Madre, pensi che proveranno a rompermi le palle?
Madre, dovrei costruire il muro?
Madre, dovrei concorrere per essere presidente?
Madre, dovrei fidarmi del governo?
Madre, mi metteranno in prima linea?
È solo una perdita di tempo?

Silenzio ora, bambino, bambino, non piangere,
mamma realizzerà tutti i tuoi incubi,
mamma ti passerà tutte le sue paure,
mamma ti terrà proprio qui, sotto le sue ali,
non ti lascerà volare, ma potrebbe lasciarti cantare,
mamma terrà il bambino in un posto accogliente e tiepido.
Oh piccolo, oh piccolo, oh piccolo,
certamente mamma ti aiuterà ad innalzare il muro.

Madre, pensi che lei sia abbastanza per me?
Madre, pensi che lei sia pericolosa per me?
Madre, ti strapperà via il tuo ragazzino?
Madre, mi spezzerà il cuore?

Silenzio ora, bambino, bambino, non piangere,
mamma controllerà tutte le tue ragazze per te,
mamma non lascerà passare nessuna sporca,
mamma aspetterà finché non torni a casa,
mamma scoprirà sempre dove sei stato,
mamma terrà il bambino in salute e pulito.
Oh piccolo, oh piccolo, oh piccolo,
tu sarai sempre un bambino per me.

Madre, c'era bisogno di essere così invadente?

lunedì 21 dicembre 2009

Poeti Venturi


Poeti venturi! oratori, cantanti, musicisti venturi!
Non l'oggi può giustificarmi o spiegare ciò che io sono,
ma voi, novella stirpe originale, atletica, continentale, maggiore di quante si conoscano,
Sorgete! spetta a voi giustificarmi.

Per conto mio scrivo appena una parola o due, che preludono al futuro,
non faccio che avanzare un istante, e volgermi, a rituffarmi nella tenebra.
Io sono colui che va in giro, ne mai veramente s'arresta, che lascia cadere su voi, per caso, uno sguardo e subito volge la faccia,
A voi commettendo il compito si provarlo e definirlo,
attendendosi le cose più importanti da voi.

Walt Whitman


lunedì 14 dicembre 2009

Presidente Del Consiglio Ferito al Volto


Quando ho aperto questo blog mi ero riproposti di parlare solo di poesia, ma l'aggressione al Presidente del Consiglio merita una discussione ad anche un piccolo post.

Ciò che è accaduto ieri è oltremodo vergognoso oltre che gravissimo. Chi, come quell'idiota di Di Pietro, afferma che il Presidente del Consiglio si sia cercato l'aggressione in quanto instigatore, dice una gigantesca stronzata (il signor Di Pietro, magistrato "prestato alla politica", non dovrebbe dire certe cose, da quanto si condanna una vittima per il comportamento avuto nei confronti di commette reato; seguendo questa logica i ricattatori dovrebbero essere scarcerati poichè la colpa è del ricattato che si è messo nella posizione di subire ricatto, MA ANDIAMO!).
Al di là dell'opinione che si possa avere su Berlusconi ed a prescindere dalla parte politica in cui si milita, l'aggressione e il ferimento del Presidente del Consiglio rappresenta un atto a limite del terrorismo, poichè non si tratta di una aggressione ad una persona bensì ad una carica pubblica.
Io pur non approvando la politica del governo in carica e non provando alcuna simpatia per Silvio Berlusconi, non posso comunque tollerare che venga commessa una simile azione di violenza nei confronti di una persona (qualsiasi essa sia), primo, e inoltre in quel momento Silvio Berlusconi non rappresenta né lui né tantomeno la mediaset o qualsivoglia cosa, bensì una carica istituzionale ben precisa, quella di Presidente del Consiglio. In quel momento non è stato il labbro di Silvio Berlusconi ad essere colpito ed a sanguinare ma quello dell'intera popolazione italiana, dello Stato Italiano ed è stata ferita la libertà e la democrazia.
Chi afferma la non-violenza, chi crede nella libertà (in ogni sua forma), chi crede che la democrazia non sia soltanto una parola ma rappresenti un ideale non può lasciarsi andare ad atti di tale violenza. Inoltre vorrei aggiungere che Silvio Berlusconi merita, a prescindere dalla politica e da ogni altra cosa, rispetto sia come persona sia come avversario.

Dobbiamo fare attenzione: il nostro paese si sta dividendo, il clima d'odio aumenta ogni giorno di più (e non mi riferisco solo all'odio politico che corre tra maggioranza e opposizione, ma ad un tipo d'odio diverso, lo vediamo!), il divario chi ha i soldi e chi invece no aumenta, l'economia è già crollata, non produciamo più niente il nostro unico credo è consumare; il debito pubblico aumenta e molte persone stanno ritirando i Bot. Cosa accadrebbe se ogni singolo Bot fosse ritirato? Sarebbe il caos! Non credete alle statistiche e a chi vi dice che và tutto bene, non è vero! Ciò che ci aspetta se andiamo avanti di questo passo è solo la rovina, bisogna cambiare rotta, prendere altre strade, è necessario che la vita ritorni ad essere semplice e così i bisogni delle persone: telefoni, case, auto che costanto cifre esorbitanti, gioielli e quant'altro non vi sazieranno quando avrete fame e non vi disseteranno quando avrete sete!




sabato 12 dicembre 2009

Becuase The Night



Oggi vi propongo un brano di Patty Smith, scritto a quattro mani con Bruce Springsteen, "Because The Night" terza traccia dell'album "Easter" uscito nel 1978. La "canzone possente e magnetica, che unisce al meglio vena melodica e fervore rock", fu in seguito rinnegata dalla cantante per il suo lato commerciale.
Volendo dare un mio personale e profano giudizio, devo dire che "Because The Night" può essere considerato uno fra i migliori brani scritti da Patty.
Di seguito potete leggere il testo tradotto in italiano.
Buon Ascolto!

Prendimi adesso baby qui come sono
Stringimi forte, prova a capire
Il desiderio è forte è il fuoco che respiro
L'amore è un banchetto sul quale ci sfamiamo

Avanti ora prova a capire
Come mi sento quando sono nelle tue mani
Prendi la mia mano, vieni al riparo
Loro non possono ferirti ora
Non possono ferirti ora non possono ferirti ora
Perché la notte appartiene agli amanti
Perché la notte appartiene al desiderio
Perché la notte appartiene agli amanti
Perché la notte appartiene a noi

Ho dubbi quando sono sola
L'amore è uno squillo, il telefono
L'amore è un angelo travestito come desiderio
Qui nel nostro letto finché mattino arriva
Avanti adesso prova a capire
Come mi sento sotto il tuo comando
Prendi la mia mano mentre il sole tramonta
Loro non possono toccarti ora
non possono toccarti ora, non possono toccarti ora
perché la notte appartiene agli amanti

Con l'amore dormiamo
Con dubbio il circolo vizioso
Gira e brucia
Senza di te non posso vivere
Perdona, questo desiderio acceso
Io credo che sia ora, troppo vero di sentire
Cosi toccami ora, toccami ora, toccami ora
Perché la notte appartiene agli amanti

Perché stanotte ci sono due amanti
Se crediamo nella notte, ci fidiamo
Perché stanotte ci sono due amanti……



giovedì 10 dicembre 2009

Oppio



In questi giorni sono stato particolarmente occupato e non ho potuto inserire, come mi ero ripromesso, la quotidiana poesia; Ma oggi, in un breve momento di svago, girando su YouTube, mi sono imbattuto in una canzone presentata al Sanremo del 1983 cantata da Sibyl Mostert, meglio conosciuta con il nome di Sibilla. La canzone fu scritta e prodotta dal duo Battiato e Giusto Pio, avendo però uno scarso successo, in parte per la deludente performance a sanremo (causata da un problema tecnico). Sia per il testo che per la musica si sente inequivocabilmente la mano di Battiato, particolarmente nel ritornello, in cui ritroviamo un verso tratto da un canto popolare ebraico "Hava Nageela". La frase in questione "Uru belev sameach" si traduce "Svegliatevi col cuore allegro".
Di seguito riporto il testo integrale della canzone:

Fuochi accesi negli accampamenti nomadi
e fumatori d'oppio dall'oriente sui tappeti
le visioni riempiranno le mie mani vuote
Cartagine era bella in mezzo ai melograni
è vero do i numeri dividili con me
ho perso la testa ma sto bene anche senza

Uru Belev Sammea Uru Belev Sammea Uru Belev Sammea
Uru Belev Sammea Uru Belev Sammea Uru Belev Sammea

Scivolando sulle soglie di nuovi amori
con misteriosi nomadi per misteriose mete
giochi di prestigio con i fili del destino
a quel tempo l'oppio ci costava meno d'una birra
è vero do i numeri dividili con me
ho perso la testa ma sto bene anche senza

Uru Belev Sammea Uru Belev Sammea Uru Belev Sammea
Uru Belev Sammea Uru Belev Sammea Uru Belev Sammea

L'equilibrio di quel tè alla menta alla Medina
e i passi nelle dune fanno l'eco all'universo
eravamo ancora dilettante di delitti
Cartagine era bella in mezzo ai melograni

Uru Belev Sammea Uru Belev Sammea Uru Belev Sammea
Uru Belev Sammea Uru Belev Sammea Uru Belev Sammea
Uru Belev Sammea Uru Belev Sammea Uru Belev Sammea

lunedì 7 dicembre 2009

completamente matto


va bene, so che siete stanchi di
sentirla
ma che ne dite di un'ultima volta?
tutte quelle minuscole stanze in tutte quelle città.
andando da una città all'altra
da una stanza all'altra
terrorizzato e nauseato da com'è la gente.
era uguale in ogni posto,
migliaia e migliaia di miglia passate
a guardare dal finestrino di un bus Greyhound,
ascoltandoli parlare, guardandoli,
le teste, le orecchie, il modo di camminare,
questi erano alieni giunti da qualche al di là,
parallelepipedi parpendicolari senza vita,
mi affondavano la lama nello stomaco,
persino le ragazze adorabili,
con l'occhio astuto, i corpi magici e molli,
erano solo un anticipo su un
miraggio,
un trucco a buon mercato della vita.

ho vagato di stanza in stanza
di città in città,
nascondendomi, cercando, aspettando...
per cosa?
per niente tranne
l'irresponsabile e negativo
desiderio
di almeno
non essere uguale a
loro.

amavo quelle vecchie stanze,
i tappeti consuenti,
il bagno in fondo
al corridoio,
persino ratti e
topi e bagarozzi
erano buoni compagni...

e lungo la strada
non so come scoprii
la musica classica.

avevo un vecchio giradischi.
e invece di mangiare
usavo i miei quattro soldi
per comprare vino scadente
e dischi.
e m'arrotolavo sigarette,
fumavo, bevevo,
ascoltavo musica
al buio.
ricordo una notte
speciale
quando Wagner davvero
scoperchiò il soffitto
della mia stanza.
ebbro di gioia
mi tirai su
dal letto,
piantato con
le braccia alzate
al soffitto
e colsi la mia immagine
nello specchio
e di me non era rimasto
più niente,
uno scheletro d'uomo,
giù da 200 libbre a
130,
con le gambe
scavate.

vidi questo macabro teschio
che mi fissava
ed era così
ridicolo
e cosi simpatico
che cominciai a ridere
e dentro lo specchio
l'immagine rise con me
e diventò
buffo e sempre più buffo
mentre alzavo più in alto
le braccia
al soffitto.

e in quelle vecchie
stanze,
per mia fortuna,
c'erano vecchie padrone di casa gentili,
con il Cristo appeso
sul muro delle scale,
ma ciononostante
sempre molto gentili.

"Mr. Chinaski, il suo affitto è
in ritardo, va tutto
bene?"

"oh sì, molte grazie."

"sento suonare la musica
giorno e notte,
lei sta seduto nella sua stanza
giorno e notte
con le persiane abbassate...
va tutto bene?"

"sono uno scrittore."

"uno scrittore?"

"si, ho appena inviato qualcosa
al 'New Yorker'
sono certo che molto presto
si faranno sentire."

chissà come
se dicevi
che eri
uno scrittore
avrebbero sopportato
ogni sorta di scuse,
specie se eri
nei tuoi primi
vent'anni.
(più tardi, sarebbe stata dura
vendergliela,
come avrei
scoperto.)

ma amavo quelle
piccole stanze in tutte
quelle città con tutte
quelle padrone di casa
e Brahms
e Sibelius
e Sostakovic
e Ives
e Sir Edward Elgar
e le sonate di Chopin
e Borodin
Beethoven
Hayden
Handel
Mussorgskij
ecc.

adesso, chissà perchè, dopo
decenni di
quelle stanze
e lavori da rompersi il
culo
e dopo aver gettato via
letteralmente 40 0 50
libbre di manoscritti
respinti
ritorno ancora a una
piccola stanza.
qui,
per raccontarvi
ancora una volta
il prodigio della
mia follia
di allora.

ora la differenza
consiste in questo
che mentre la mia scrittura non è
cambiata granchè,
la mia fortuna
sì.

ed era
in quelle stanze
alla mezza luce delle
quattro di mattina
che un uomo ridotto
sullo scaffale del nulla
era abbastanza giovane
allora
per rimanere giovane
sempre.

stanze di
gloria.

Charles Bukowski

giovedì 3 dicembre 2009

Non mi chiudete le porte


Non mi chiudete le porte, orgogliose biblioteche,
perchè ciò che mancava a tutti i vostri ben forniti scaffali, e più occorre, ecco, io vi reco,
dalle guerra emergendo, un libro ho composto
In cui nulle sono le parole, e tutto la tendenza
Un libro a sè stante, non collegato con resto, non sentito dall'intelletto,
Ma voi, inudite forze latenti, vibrerete in ogni pagina sua.


Walt Whitman

mercoledì 2 dicembre 2009

Un sorriso nel buio


quando seppellii mio padre, vidi la morte
e poi salii sulla mia vecchia auto
e andai alle corse
e rimasi a guardare i numeri
sul totalizzatore
e la morte era di nuovo lì
a fissare tutta quella gente.
"hai ucciso Dostoevskij," le dissi.
non rispose, non si mosse.
feci una scommessa e persi, andai al gabinetto.
la morte mi seguì, si piazzò a guardare gli uomini
all'orinatoio.
"figlia di puttana," dissi, "hai spinto Van Gogh
a distruggersi."
non rispose.
poi mi seguì all'esterno.
s'allontanò, per andar dietro a una ragazza in
rosso.
andai a prendere un caffè, me ne versai un pò
sulle dita, scotttava.
trovai da sedere e pensai alla corsa
successiva.
poi la morte tornò.
sedeva al mio fianco travestita da vecchio
signore con una scarna barba bianca.
"chi ti piace alla prossima?" chiese.
"figlio di puttana", dissi, "lasciami
stare!"
"che diavolo hai che non va?"
domandò il vecchio.
"te l'ho detto, và fuori dai
coglioni!"
si alzò e scomparve.

non la vidi più
all'ippodromo.
dopo l'ultima corsa
presi l'autostrada.

3 miglia più avanti il traffico cominciò a
rallentare.
restai nella corsia di sinistra e
continuai a guidare.

poi la vidi,
sull'altro lato dell'autostrada,
un tamponamento brutto,
un'auto capovolta,
un'altra schiacciata contro
il guard-rail,
c'era un balenio di fiamme sotto
il cofano, un lampeggio di luci rosse
e nelle mie budella
una morsa tremenda e un colpo secco.

guidai oltre
più avanti.

parcheggiai davanti a casa,
uscii dall'auto, m'incamminai,
aprii la porta.
dentro nessuno.

poi vidi l'orsacchiotto.
spinto a faccia in giù contro il cuscino
sul letto.

andai svelto al cassetto
dove tenevo i soldi.

il mio salario di fattorino.
ne mancava solo metà.

carino, pensai.
ne hai di classe, troia.

poi la porta si aprì ed entrò
la morte.

"t'andrebbe un drink?"
le chiesi.

non rispose.

andai in cucina a vedere
se c'era da bere.

scorrevano i secoli.

e lei aspettava.

Charles Bukowski

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